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Quarantaduesima storia ribollita

di chinalski

Qui sono io appena ritornato a casa, dopo tanto tempo. Io sono quello sulla destra, con il cappello, ecco, ero appena sceso dalla nave: che viaggio. Enzino, vieni qui sulla sedia, vicino a me, che se no non vedi. Ecco, bravo.
Questa invece è la casa del Padrino, davanti sono il nuovo proprietario e il figlio; quell'albero, il gelso, c'è sempre stato, da che mi ricordo. Che brutta storia poi: il proprietario è impazzito, ha ucciso nonna e zia, ha dato fuoco alla casa e si è suicidato. Poveretto il figlio, che brutta storia, è venuto da me, a farsi consolare, dopo la tragedia.
Questa fattoria invece è dove sono andato a lavorare, quando è morta la mia madre adottiva: dormivo lì, si stava bene: si lavorava ma si mangiava anche, e poi c'erano le tre sorelle, le tre figlie del padrone, brave e belle, tutt'e tre morte, povere.
Qui sono con il mio migliore amico, l'amico d'infanzia che ho poi ritrovato quando sono tornato a casa, siamo cresciuti insieme, quante cose abbiamo fatto, e che risate. Dietro ci sono le colline intorno al paese, le colline che mi hanno richiamato a casa, con i loro vigneti e i fichi.
Dai, per stasera basta, andiamo a letto che si è fatto tardi.

Soluzione.

 

Pubblicata il 10/9/2006.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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