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Cinquantaquattresima storia ribollita

di chinalski

John Emmett fu assassinato a colpi di pistola nell'aeroporto di New York sulla scaletta che l'avrebbe portato sull'aereo. Nessuno dei passeggeri dell'aereo disse di essersi accorto dell'omicidio: chi poteva si era velocemente dileguato, altri dichiararono di non avere notato nulla di strano, di non avere visto nulla. Addirittura Mark Henver, commerciante dell'Illinois, rimasto coinvolto nell'agguato e caduto dalla scala, era riuscito ad allontanarsi e, bloccato dalla polizia aeroportuale e interrogato, aveva dichiarato di non essersi accorto degli spari.

Elliot Ness venne incaricato di indagare sull'omicidio: Ness era nativo di Miami, ed era capitano della Polizia. Iniziò subito a lavorare alle indagini, non curandosi dell'ambiente contrario. Non era molto tempo che Ness aveva assunto l'incarico che a New York sparì una donna, Janet McDermott, che era in aeroporto il giorno dell'assassinio. Durante un colloquio con Ness il marito di Janet indicò il nome di Matthew Lucas come possibile persona coinvolta nella sparizione della moglie, e indicò la sua presenza in aeroporto e nel fatto di avere individuato l'assassino come la possibile causa. Effettivamente Lucas era già stato coinvolto in traffici illegali e omicidi e appariva vicino alla famiglia mafiosa guidata da Al Capone, addirittura dopo qualche giorno Ness trovava una fotografia che ritraeva a una festa Lucas, Al Capone e un senatore di New York: Gerard Smithson. La notizia ebbe grande rilevanza sui giornali e addiritutta al senato e in parlamento venne discusso il caso.

Fu l'ultimo atto dell'indagine di Ness sull'omicidio: un alibi fittizio ma solido fu inventato per proteggere Lucas, e tutte le informazioni raccolte dal capitano della polizia vennero giudicate come non attendibili. Elliot Ness non era riuscito a raggiungere e a colpire il capo mafioso Al Capone.

Soluzione.

 

Pubblicata il 3/12/2006.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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