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Cinquantacinquesima storia ribollita

di chinalski

- Buonasera signora, sono Gino, come sta?
- Sì, se me lo può passare, grazie.
- Ehi, Dario, come va? Sei tornato finalmente?
- Eh sì, sei stato via a lungo, mi sembrava di meno. Come mai così tanto?
- Incredibile! Quindi hai rischiato di morire? Ma nessuno vi ha avvertiti? I tuoi non sapevano nulla?
- E pensavano di far finta di nulla? Che schifo di gente. Come è possibile nascondere una cosa così? È ovvio che prima o poi salta fuori, e poi, la gente deve sapere, dovevano lasciarvi fuggire subito, insomma, si tratta di una malattia pericolosa, certo quando il contagio è scoppiato non è più possibile, ma all'inizio sì.
- Ah, quindi tu praticamente non ti sei accorto di nulla. Va be', almeno avete fatto una bella vacanza, visto che è finita bene. E cosa hai fatto in tutto questo tempo?
- Ah sì?
- Che bello dev'essere stato.
- E tu?
- Ma quel tipo cosa faceva lì?
- Era un vecchio, quindi.
- Un artista, poi.
- Che schifo, a me questi qua fanno uno schifo.
- Sì, ho capito, ma se fossi stato al posto tuo io...
- Va be', va be', però mi avrebbe dato fastidio.
- Ah, quindi è morto?
- Praticamente l'hai visto morire. È per quello che avete capito che c'era l'epidemia?
- Ma sei sicuro che non ti sia piaciuto?
- Cioè, dico, non è che anche tu sei un po' come...
- Dai, non te la prendere, scherzavo.
- Scusa, scusa, ritiro...
- Va bene, dai. Allora ci si vede domattina al campetto? Ci sono tutti gli amici.
- D'accordo, e non fare l'offeso, te l'ho detto che scherzavo, no?
- Sì, ciao, a domani.

Soluzione.

 

Pubblicata il 10/12/2006.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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