Chiamatemi Raffaele

Quarantaduesimo incipit rovinato

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Primo indizio
- Si ricorda di quando ci siamo incontrati la prima volta? Avevo avuto una discussione diciamo animata con la mia ex moglie, e lei mi ha raccolto da terra, letteralmente. Ho apprezzato molto il suo gesto, per questo poi le ho raccontato tutto di me, il giorno dopo, perché volevo sentirmi un po' meno in debito con lei.

Secondo indizio
- E qualche tempo dopo, quando lei mi ha salvato di nuovo, volevano arrestarmi, ero sempre ubriaco. Mi ha prestato dei soldi, lei a me, e mi ha aiutato enormemente, di nuovo. Poi sono tornato con mia moglie, ci siamo sposati di nuovo, la mia vita è tornata quella di prima, con luci e ombre. E ho iniziato a frequentarla, quotidianamente, ci vedevamo sempre nel medesimo posto. È stato un buon periodo della mia vita.

Terzo indizio
- Purtroppo non sono capace di fare durare un buon periodo. O forse non è colpa mia: le cose accadono, in qualche ambiente più che in altri. O forse non è neanche questo: siamo sballottati dalla vita, e non possiamo fare nulla per cambiare la situazione, solo adattarci e cercare di ottenere il massimo. Per questo sono dovuto scappare, e anche di questo devo ringraziarla, per l'ennesima volta.

Quarto indizio
- Poi lo so che lei ha continuato a girare intorno alla mia vita, ma anche questo per un caso, non per scelta. Infine tutto si è risolto. Non posso dire che la storia si sia risolta bene, tranne che, tutto sommato, per il mio caso personale, ma si è conclusa, e ognuno, forse, ha avuto ciò che si meritava. Temo che, alla fine, quello che c'entrava di meno e che ha avuto la punizione più immeritata sia stato lei. Cosa ne pensa?
- Nulla. Arrivederci, amico.

Quinto indizio: incipit
L'auto era stupenda. Di quelle automobili che si incontrano poche volte, ma che si ricordano a lungo e facilmente, rovinata solo da un piede penzolante e fuori luogo del tipo seduto sul sedile. Un tipo dai capelli di uno strano colore e dalla faccia normale, quasi simpatica, ma pieno di alcool come pochi in giro per la città. Di fianco a lui sedeva una donna che normale non era per niente, e che si faceva ricordare anche lei facilmente. Ma non superava la bellezza dell'auto: questo non era possibile.

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Il lungo addio, di Raymond Chandler.

Incipit reale
Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers". Il custode del parcheggio aveva portato fuori la macchina e continuava a tenere lo sportello aperto perché Terry Lennox faceva penzolare il piede sinistro come se avesse dimenticato di possederlo. Aveva un volto giovanile, ma i capelli di un bianco calcinato. Bastava guardarlo negli occhi per capire ch'era saturo d'alcool fino alla radice dei capelli, ma per il resto aveva l'aria di un qualsiasi simpatico giovanotto in abito da sera che si fosse lasciato vuotare il portafogli in un locale esistente solo a tale scopo.
Gli sedeva accanto una giovane donna. Una donna dalla chioma d'una bella sfumatura tizianesca, dal sorriso remoto sulle labbra; le fasciava le spalle un mantello di visone azzurro che quasi faceva sembrare la Rolls Royce un'automobile come tutte le altre. Quasi, ma non del tutto. Nulla può riuscirvi.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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