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Sessantasettesima storia ribollita

di puntomaupunto

- Così lei affermerebbe di essere stato rapito dagli alieni?
- No che non "lo affermo"! Lo sono stato davvero! E non erano "gli alieni", ma uno solo! Insomma, sono uno stimato professionista: pensa forse che io racconti delle frottole?
- Non lo so. Ma racconti dall'inizio la sua storia.
- Tutto è iniziato una notte: è vero, avevo mangiato troppo, e quando mi capita mi sembra sempre di dovere fare proselitismo tra i meno fortunati. Poi la mattina dopo è apparso dal nulla questo Essere, dal portamento regale, che mi ha portato via con sé e mi ha aperto gli occhi sulla Vera Consapevolezza.
- Vera Consapevolezza?
- Sì. Finalmente ho scoperto la piattezza della nostra vita, e le nostre limitazioni. Insieme all'alieno mi sembrava di essere Superman... e abbiamo persino visto un universo prima del Big Bang: un punto senziente.
- Bene, bene...
- Però l'Essere si è adirato vedendo la mia Vera Consapevolezza superare ogni limite, e mi ha riportato qua, spiegandomi che il mio compito sarà quello di evangelizzare il mondo... Ora posso andare?
- Per il momento no, purtroppo. Sa, il governo è molto interessato ai possibili sviluppi, e quindi potremmo ancora avere bisogno di lei. Ma beva un po', che la vedo un po' agitata.
- Ahhh, quest'acqua è proprio quello che ci voleva... però ora mi
sento un po' stanco... mi ripos...zzzzzz...

Dalla relazione del professor Hept:
"Il paziente soffre evidentemente di allucinazioni. Consiglio di rinchiuderlo in una cella di isolamento fino a che non lo si vedrà acquisire la sua propria dimensione".

Soluzione.

 

Pubblicata il 16/4/2007.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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