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Altri: la camera di san Paolo, di Correggio

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La camera di San Paolo a Parma, di Correggio

Inizia con questo saggio la ricerca e lo studio di iperromanzi in un senso più ampio, cioè in ambienti che non siano quello letterario, allargando quindi il concetto fino a comprendere manifestazioni diverse che possano aggiungere aspetti diversi alla visione prettamente letteraria dell'argomento finora trattato.
Ciò che ci interessa, al solito e analogamente al nostro modo di trattare l'argomento, è non tanto l'oggetto nella sua completezza e qualità, quanto ciò che di esso è avvicinabile all'idea di iperromanzo. Tralasceremo quindi tutte le valutazioni non pertinenti al nostro obiettivo.

l primo iperromanzo non letterario che tratteremo è un dipinto, si trova a Parma e si tratta della volta della cosiddetta Camera di San Paolo o della badessa, all'interno di un ex convento. Consiste in una piccola stanza la cui volta fu affrescata nel 1519 da Correggio. La stanza ha pianta pressoché quadrata, con volta a ombrello, dove le 16 vele sono divise da costole su cui il pittore ha dipinto delle canne che vengono a formare così, insieme ad altre canne, un pergolato sui cui poggiano delle rigogliose piante di rampicanti. La sensazione è quindi di trovarsi al di sotto di un ombroso e verde pergolato arricchito con festoni di frutta. Al congiungersi delle vele con le pareti si trovano poi 16 lunette monocrome dove sono dipinte pitture mitologiche.

Fotografia di Zenodot Verlagsgesellschaft mbH

Arriviamo ora finalmente alla parte che ci interessa. All'interno di ogni vela Correggio ha dipinto un'apertura circolare nella folta vegetazione, di modo che si riesca a vedere che cosa si trova oltre il pergolato, e cioè il cielo azzurro e un gruppo di putti che spuntano qua e là dai buchi mentre giocano e si divertono tra di loro. Ciò che ricorda l'iperromanzo nell'affresco è la possibilità di spiare, attraverso le aperture nel pergolato, il mondo retrostante, quindi avendo la possibilità di intravedere qualcosa ma, nel medesimo tempo, dovendo indovinare ciò che invece continua a rimanere nascosto. L'impulso è quello di spostarsi nella sala per potere sbirciare di sbieco nelle aperture in modo da scoprire qualcosa di più di ciò che è celato dalle foglie.

L'abilità eccezionale del Correggio, anche in relazione al tempo in cui ha realizzato il dipinto, è nell'avere scelto l'inquadratura dei putti all'interno dei fori nel pergolato. Non si vedono i putti in posizioni statiche e ben inquadrati, ma sono in movimento, casualmente di passaggio nel campo visibile, seminascosti dalle foglie, insomma: sono vivi e vivaci dietro le foglie, e solo casualmente appaiono alla vista, senza alcun interesse a mostrarsi ma piuttosto ignari di essere osservati dai visitatori. Questa apparente noncuranza da parte dei putti è il motivo principale di interesse della scena: il visitatore è un abusivo, uno che sbircia non visto le attività altrui ed è obbligato a cucire con la propria immaginazione le singole scene visibili in un'unica visione totale.

Ecco, forse questa è anche una delle caratteristiche dell'iperromanzo: è richiesto un maggior sforzo di fantasia al lettore o all'osservatore per interpretare ciò che sta leggendo o vedendo, piuttosto che in un romanzo normale. L'autore non deve, e non può, fornire un'interpretazione completa e unica allo spettatore, ma gli fornisce gli ingredienti di base, alcuni indizi e spunti, ma è il lettore, o lo spettatore, che deve costruire l'opera finale utilizzando al meglio la fantasia di cui è dotato.

Questo è il senso di quando si dice che il ruolo del lettore, negli iperromanzi, si avvicina a quello dell'autore. Non perché il lettore sia in grado di manipolare l'iperromanzo nella sua struttura, che comunque è sempre decisa dall'autore al momento della scrittura (almeno finché non si inventerà un romanzo autogenerantesi), ma perché il lettore è chiamato come parte in causa per interpretare e per costruire le parti assenti, le parti nascoste dietro il fogliame del pergolato. E questo è probabilmente anche il maggiore limite dell'iperromanzo: se il lettore è svogliato, o ha poca immaginazione, o non ama essere parte della "realizzazione" della storia finale, ebbene, il mondo che verrà fuori dall'incontro dell'autore con il lettore rischia di essere poco interessante.

 

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Ultimo aggiornamento: 5 maggio 2009.

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