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L'appunto: vari argomenti grammaticali

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Aggettivi

Gli aggettivi che terminano con -ibile o -abile indicano possibilità, potenzialità.
Leggibile, transitabile, vendibile.

Gli aggettivi che terminano con -oso indicano abbondanza, disponibilità di una cosa:
famoso, spiritoso, glorioso, misericordioso.

Gli aggettivi che terminano con -ano, -ino o -ese indicano appartenenza:
toscano, musulmano, argentino, inglese, valdese.

Gli aggettivi che terminano con -esco indicano appartenenza:
trecentesco, libresco, militaresco.

Gli aggettivi che terminano con -ardo indicano apprezzamento negativo:
codardo, testardo, patriottardo, bastardo.

Aggettivi che terminano con -ando o -endo indicano necessità, azione che deve o sta per compiersi:
esaminando, corrigendo, venerando.

Aggettivi temporali

Bisettimanàle: che ricorre due volte ogni settimana.
Quindicinàle: che dura quindici giorni, che ricorre ogni quindici giorni.
Bimensìle: che ricorre due volte ogni mese.
Bimestràle: che dura due mesi, che ricorre ogni due mesi.
Semestràle: che dura sei mesi, che ricorre ogni sei mesi.
Biennàle: che dura due anni, che ricorre ogni due anni.

Apostrofo

Per andare a capo con parole con l'apostrofo esistono più possibilità corrette:
ovviamente possono essere divise le singole parole prima e dopo l'apostrofo, quindi: del-l'amico, dell'a-mico;
è inoltre corretto andare a capo successivamente all'apostrofo: dell'-amico.
È invece sbagliato reintegrare la vocale eliminata e andare a capo tra le parole: è errato quindi scrivere dello- amico.

Ci

Davanti a parole inizianti con 'i' il 'ci' si apostrofa:
Egli c'invitò a cena.
È consentito apostrofare il 'ci' davanti a parole che iniziano con altra vocale:
C'eravamo tanto amati.
È errore apostrofare il 'ci' di fronte alla 'h', quindi è errato scrivere:
Perché c'hai lasciati?

Città

I nomi di città devono essere scritti senza articolo, tranne:
Il Cairo, La Spezia, L'Aquila, La Mecca, L'Avana.
Tali nomi devono essere scritti utilizzando la preposizione articolata, quindi 'il prefetto della Spezia' e non 'il prefetto di La Spezia'.

Cognomi

I cognomi di uomini illustri possono essere scritti con o senza l'articolo:
Manzoni, il Manzoni.
A rigore per le donne è necessario l'articolo, sia se si tratta di donne illustri che di donne sconosciute:
La Garbo, la Bianchi.
Ultimamente però sta diventando uso uniformare le regole per le donne con quelle per gli uomini, quindi: possibilità di utilizzare l'articolo per donne illustri e non utilizzo per donne non conosciute.

Con

Non si dovrebbe dire è arrivato con delle amiche, ma è arrivato con alcune amiche.
Non si dovrebbe dire "con in mano la rivoltella", ma "con la rivoltella in mano".
È sbagliata la sequenza di due preposizioni come sono "con delle" o "con in".

Copenaghen

Il nome danese della città è Koebenhavn (in realtà, "oe" è in danese una o sbarrata, che non ho su questa tastiera, e significa "porto dei mercanti"); quello inglese è Copenhagen, modellato sulla tedesca Kopenhagen, ed infine c'è la versione italiana, non bella ma ufficiale: Copenaghen.

Dietro

Dietro, usato come preposizione, può essere utilizzato direttamente oppure per mezzo della preposizione 'a': dietro il cimitero, dietro al cimitero, uno dietro l'altro, uno dietro all'altro. Anticamente si utilizzava con dietro anche la preposizione 'da': sovra le spalle, dietro dalla coppa (Dante).
Dietro si unisce ai pronomi personali per mezzo della preposizione di: stavo dietro di lui.

Doria, famiglia nobile

La famiglia Doria dovrebbe essere riportata, più correttamente, come D'Oria. Il nome della famiglia era originariamente De Auria, poi francesizzato in D'Oria e infine semplificato in Doria.

Elogio

Si fa un elogio "di" qualcosa, non "a" qualcosa.

Et al.

Nelle citazioni bibliografiche, quando gli autori sono più di tre, la citazione viene fatta citando unicamente il primo con l'aggiunta della formula "(et al.)", che corrisponde al latino "et alii", cioè "e altri".

Gallia

È più corretto dire "la Gallia" oppure "le Gallie"?
La risposta è: dipende.
Originariamente la regione era denominata Gallia (popolazioni celtiche ed aquitane). Solo successivamente alla conquista di Cesare ed al "completamento" dell'occupazione da parte di
Cesare Augusto la Gallia è stata divisa in quattro province (Aquitania, Armorica, Belgica e Borbonese) assumendo quindi la denominazione di Gallie, da cui il nome della via consolare ancora visibile (e visitabile) dalle parti di Bard e Donnaz.

Gli

L'uso di 'gli' riferito, in composizione, a un femminile è accettato come corretto, quindi si può scrivere:
appena vedrò tua madre gliene parlerò.
Si può utilizzare 'gli' anche in sostituzione di 'a loro'. È corretto dire:
entrati gli amici, gli offrì da bere.

Imperativo

L'imperativo dei verbi dare, fare, stare e andare può essere scritto indifferentemente nei modi:
dai, fai, stai, vai;
da', fa', sta', va';
da, fa, sta, va.
Viceversa, per ciò che riguarda l'indicativo presente deve essere obbligatoriamento scritto:
egli dà;
egli fa (mai con l'accento);
egli sta (mai con l'accento);
egli va (anche questo senza accento).

Interiezioni

La maggior parte delle interiezioni proprie, cioè le parole che hanno unicamente funzione interiettiva, sono caratterizzate nello scritto dalla presenza della lettera h che ha una doppia funzione: permette di evitare la confusione dell'interiezione con le parole simili e ne enfatizza la pronuncia. Di seguito in elenco di interiezioni con la grafia corretta e il significato.

Ah oppure, raramente, ha (esprime meraviglia, gioia, sollievo, dolore, minaccia, soddisfazione o ira).
Ahi (esprime dolore fisico o morale).
Ahimè oppure ahimé o, raramente, aimè (esprime compassione, dolore, rammarico, rimpianto, dispiacere).
Ahó (esprime insofferenza, irritazione o risentimento. Si usa per richiamare l'attenzione di qualcuno, specialmente in modo aggressivo). Bah oppure ba (esprime incertezza, rassegnazione, incredulità, disprezzo. Ha il significato di chissà, vada come vuole). Beh oppure be' (significa ebbene, dunque).
Boh oppure bo (esprime indecisione o incertezza).
Deh (esprime desiderio, aspirazione, esortazione, preghiera, meraviglia, lode, rimprovero e sdegno).
Eh (esprime malcontento, perplessità, rincrescimento, sdegno, rimprovero, minaccia, disapprovazione, compatimento, esortazione, rassegnazione, dubbio, speranza, meraviglia, sorpresa o stupore).
Ehi (esprime meraviglia, stupore o ammirazione).
Ehm (Esprime esitazione, minaccia, reticenza, incredulità o ironia. Si usa per richiamare discretamente l'attenzione di qualcuno o per interrompere un discorso imbarazzante).
Ih (esprime stupore, raccapriccio, disgusto o stizza).
Mah oppure ma (esprime dubbio, incertezza, disapprovazione o rassegnazione).
Mhmm oppure mm (esprime compiacimento, ira o dubbio).
Oh (esprime compassione, desiderio, dolore, dubbio, meraviglia, noia, piacere, sdegno o timore).
Ohe oppure ohé (si usa per richiamare l'attenzione altrui o come avvertimento, anche minaccioso).
Ohi oppure, raramente, oi (esprime dolore, sospetto, disappunto, meraviglia o impazienza).
Ohibò oppure oibò (esprime disapprovazione, disprezzo, sdegno o nausea).
Ohimè oppure ohimé o, raramente, oimè (esprime dolore o sconforto).
Puah (esprime disprezzo o disgusto).
To' oppure toh (esprime meraviglia).
Uff, oppure auf, auff, auffa, uf, uffa o, raramente, auffete, uffete (esprime fastidio, impazienza, stizza o noia).
Uh (esprime dolore, fastidio, meraviglia, sorpresa, disapprovazione, disgusto o desiderio).
Uhm (esprime incertezza, diffidenza, dubbio o incredulità).

Iraq e Bagdad

In arabo nella parola Iraq l'ultima consonante è la " qâf", un tondino con due puntini sopra, che si trascrive "q", viceversa "K" corrisponde alla lettera "Kâf", una lettera anche graficamente completamente diversa.
Nella parola Bagdad la consonante araba "Gain" non corrisponde al suono gutturale che trascriviamo con la "gh" ma equivale alla pronuncia della G in Wagner.

Isole

Le isole grandi devono essere scritte con l'articolo, tranne:
Cipro, Creta, Cuba.
Le isole piccole devono essere scritte senza articolo, tranne:
la Capraia, la Gorgona, la Maddalena.

Latino

L'espressione "latino di mano" significa manesco, mentre "latino di bocca" significa loquace.
Derivano in modo figurato dal significato di largo, agiato per l'aggettivo latino.

Mezzo

Quando l'aggettivo "mezzo" segue il sostantivo prende la forma avverbiale, invariabile, quindi si dice:
ho dormito due ore e mezzo, ho mangiato una mela e mezzo.
Quando l'aggettivo mezzo si accompagna a un aggettivo o participio per attenuarne il significato prende la forma avverbiale, invariabile, quindi si dice:
e rano mezzo ubriachi, Maria era mezzo vestita.
Mezzi ubriachi o mezza vestita sono forme popolari.

Mìca

L'avverbio mica deve sempre essere accompagnato dalla negazione "non", poichè di per se stesso non è negativo.
Sono cose vere, non sono mica storie.

Nazioni

Le nazioni devono essere scritte con l'articolo, tranne:
Israele, Haiti, Cuba, San Marino, Monaco, Andorra.

Ordinamento alfabetico

Il quesito riguarda l'ordinamento alfabetico di un elenco di cognomi.
Ad esempio: "Dal Ponte" e "Dalia" sono ordinati in quest'ordine dal computer (che considera lo spazio vuoto come carattere), mentre lo sono in ordine inverso da chi proceda manualmente, in quanto ignora lo spazio e considera che la "i" precede la "p" in ordine alfabetico.
La situazione provoca discussioni e qualche disguido in caso di sovrapposizione e scambio di dati tra elenchi realizzati con le due diverse modalità.
Qual è il modo corretto di procedere?
Esiste qualche istruzione sui programmi di scrittura (ad esempio in Word), che possa far ignorare al PC lo spazio vuoto nell'ordinamento?

Segnaliamo innanzitutto che a livello di enti di standardizzazione viene denominato algoritmo di collazione (in inglese collation), e non di ordinamento. Innanzitutto esistono degli standard internazionali che normano la questione, in particolare: ISO/IEC FDIS 10646 e allegati, e UNICODE UTS #10.
Il primo occorre comprarlo, il secondo si trova qui: www.unicode.org/unicode/reports/tr10/
Sono sostanzialmente allineati, le differenze sono minime e sono elencate qui:
http://unicode.org/faq/collation.html#13
Dopo tutto il bla bla, una risposta secca: lo spazio andrebbe ignorato o meglio considerato solo in seconda battuta per ordinare due stringhe altrimenti uguali: "dalponte" è nell'ordine prima di "dal ponte". Sugli standard è specificato tutto, comprese lettere non latine, accentate, maiuscole e minuscole, cifre...
A titolo di esempio riporto la sequenza correttamente ordinata di nomi.
death
deluge
de luge
de-luge (carattere hyphen-minus)
de-luge (carattere hyphen)
deLuge
de Luge
de-Luge
de-Luge
demark
A quanto ne so, in Word non è possibile ordinare secondo le norme standard (quando mai) ma solo eventualmente differenziare la lingua. In OpenOffice, invece, l'ordinamento avviene secondo l'UCA, l'agoritmo definito da UNICODE, quindi dovrebbe essere quello corretto.
Nei casi in cui si debba lavorare con elenchi da tenere allineati consiglio quindi l'uso di Open Office, che tra l'altro è gratuito e può importare/esportare anche in formato .doc compatibile con Microsoft Word.

Per

Non si dovrebbe dire "trasferito su sua domanda", ma "trasferito per sua domanda".

Preposizioni

Non si dice “lavori all’uncinetto” ma “lavori con l’uncinetto”.
Si dice “come il solito” ma anche, meno correttamente, “come al solito”.
Non si dice “100 km all’ora” ma “100 km l’ora”.
Non si dice “vicino Torino” ma “vicino a Torino”.
Non si dice “al pomeriggio, al lunedì” ma “il pomeriggio, il lunedì” oppure “di pomeriggio, di lunedì”.
Non si dice “duemila euro al mese” ma “duemila euro il mese”.
Non si dice “delle volte sei insopportabile” ma “a volte sei insopportabile”.
Non si dice “totale a riportare” ma “totale da riportare”.
Non si dice “a sua domanda” ma “per sua domanda”.
Non si dice “a seguito della vostra lettera” ma “in risposta alla vostra lettera”.
Non si dice "insieme a" ma "insieme con".
È sbagliato dire: pane all'olio, gnocchi al pomodoro, carne ai ferri, gelato alla crema, torta alla panna.
È corretto dire: pane con l'olio, gnocchi col pomodoro, carne sui ferri, gelato di crema, torta di panna.
Si dovrebbe dire "andare di trotto" e "andare di galoppo" e non "andare al trotto" e "andare al galoppo", anche se non tutti i linguisti sono d'accordo.

È più comune dire "prendo su me la responsabilità", ma anche "prendo su di me la responsabilità" è corretto.
A parte questo caso specifico, in linea di massima quando la preposizione "su" è applicata a un pronome personale è preferibile aggiungere il "di".

Quale

Aggettivo interrogativo maschile e femminile.
Si tronca davanti alle parole che iniziano per vocale, in particolare davanti alle forme del verbo essere, e davanti a parole che cominciano per consonante, specialmente in alcune espressioni entrate nel linguaggio comune: qual è, qual era, qual sono, per la qual cosa, in un certo qual modo. Poiché si tratta di troncamento e non di elisione, non si apostrofa mai.

San Remo e Sanremo

Si può scrivere, per il nome della città, sia San Remo che Sanremo.
E forse non tutti sanno che il nome deriva non da san Remo ma da san Romolo, vescovo di Genova che nel IV secolo si ritirò in un eremo vicino alla odierna San Remo. San Remo è la forma italianizzata di san Römu, pronuncia dialettale di San Romolo.

Sfidante

Participio presente di sfidare.
Aggettivo e sostantivo maschile e femminile.
Che, chi sfida a duello o a una prova sportiva: la squadra, il pugile sfidante.
Se ne deduce che dire che qualcosa è sfidante, con significato di impegnativo, difficoltoso, non ha alcun senso.

Sia... sia, sia... che

È tradizionalmente corretto dire "sia... sia" quando si indicano più alternative, come nella frase: a me piace sia la carne sia il pesce. L'utilizzo della coppia "sia... che", introdotta nell'Ottocento, non è da considerarsi errata, però sarebbe da evitare, specialmente in frasi complesse dove il "che" potrebbe ingenerare confusione con altri tipi di "che" utilizzati nella frase.
Insomma, si può dire sia sia... sia sia sia... che, con una preferenza per la prima forma (Record mondiale di sequenza di "sia").

Sigle

Quale articolo si deve utilizzare davanti a una sigla?
Se la sigla comincia per vocale si usano gli articoli prevocalici "l', gli, un" nel genere e nel numero richiesti dal significato della sigla: l'ACI, l'USL, le USSL, un UFO, gli USA.
Se la sigla comincia per consonante:
se la sigla viene pronunciata come una sola parola, si usa l'articolo preconsonantico richiesto dal significato della sigla: la FIAT, il TAR, lo SME, la RAI;
se la sigla viene pronunciata per lettere distinte si usa l'articolo richiesto dall'iniziale della prima lettera: il PDS (= il pi di esse), il VHS (= il vu acca esse), l'FBI (= l'ef bi ai).

Su

Non si dice il libro era su di una poltrona, ma il libro era su una poltrona.
Quando la preposizione "su" è applicata a un pronome personale pùo essere scelto se aggiungere oppure omettere il "di".

Si dice "il sole brilla sopra le nuvole", e non "sulle nuvole".

Terza persona singolare

'Egli' e 'lui' sono riferiti a persone, 'esso' si riferisce agli animali e alle cose; 'essa' invece può essere riferita anche a persona.

Tra e fra

Sono preposizioni equivalenti, quindi, ad esempio, sono entrambe corrette le frasi "tra noi possiamo dircelo" e "tra di noi possiamo dircelo".
In generale la preposizione "tra" è normalmente più utilizzata, ed è sostituita dalla preposizione "fra" per ragioni eufoniche.
Non si dice tra trafficanti, ma fra trafficanti.
Non si dice fra fratelli, ma tra fratelli.

Verbi servili

I verbi servili potere, dovere e volere associati a un verbo all'infinito rinunciano al proprio ausiliare per assumere quello del verbo all'infinito.
Ad esempio il verbo potere ha l'ausiliare avere: ho potuto, avevo potuto; quando accompagnato a partire (che vuole l'ausiliare essere) diventa: sono potuto partire.

 

Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2013.

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