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Errori di dire

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Una raccolta di modi di dire che contengono un errore, una interpretazione errata o una storpiatura dovuta all'uso.

Ah! l'amor, l'amore è un dardo

Verso del Trovatore di Giuseppe Verdi spesso riportato erroneamente. Il verso corretto è "Ah! l'amor, l'amore ond'ardo".

Andare a Patrasso

Significa, scherzosamente, morire. Inondare a Patrasso, invece, significa uccidere.
Questo antico modo di dire deriva dalla corruzione della frase biblica della Genesi "ire ad patres", che significa andare dai padri, dagli antenati, e quindi morire.

Bellezza dell'asino

Si dice, in modo spregiativo, di chi è giovane ma non ha particolari doti di avvenenza, che quindi ha la bellezza della gioventù e null'altro.
Cosa c'entra l'asino? Nulla, il detto deriva dalla storpiatura italiana del francese "la beauté de l'âge" dove l'età (âge) è stata tradotta erroneamente in asino.

Bello come una donna

Si dice di uomo molto bello. In realtà il detto corretto è "bello come un Adone", dal nome del giovane e bellissimo cacciatore amato da Venere.

Brodo di giuggiole

La giuggiola è un piccolo frutto che viene consumato fresco o viene utilizzato come ingrediente per confetture o lo sciroppo di giuggiole, appunto, ma non per preparare un brodo. Viceversa le succiole sono le castagne bollite, e il brodo di succiole è in Toscana l'acqua ottenuta facendo bollire le castagne. "Andarsene in brodo di succiole" significava gioire molto per qualcosa, perché le succiole bollite erano molto apprezzate, facendo la funzione delle attuali caramelle. Probabilmente il brodo di succiole è diventato brodo di giuggiole per assonanza, e il detto "andare in brodo di giuggiole" ha mantenuto il significato di gioire.
Risultato di tutto ciò è che il brodo di giuggiole è un errore di dire.

Busillis

Giovanni Fracasso ci spiega l'origine del detto.
--- Molto tempo fa, un giovane inesperto seminarista doveva tradurre dal latino un brano evangelico che iniziava con le parole "indiebusillis". Come forse voi giovani sapete, gli antichi non usavano gli spazi per separare tra loro le parole, ed il primo compito del traduttore che affronti un testo latino originale sta nel procedere a tale separazione, per poi poter passare alla traduzione vera e propria.
Il nostro pretino separò quelle parole nel seguente modo: "in die busillis". Tale ingenuità gli rese impossibile tradurre il termine "busillis", assolutamente introvabile in tutti i vocabolari e nei testi dei Classici. Per settimane il poveretto si scontrò contro l'introvabile parola, finchè trovò il coraggio necessario per chiedere aiuto al precettore il quale, naturalmente, sciolse in pochi istanti l'enigma dell'intraducibile sostantivo separando correttamente la sentenza latina nel seguente modo: "in diebus illis" che naturalmente significa: "in quei giorni". ---
Significa problema di difficile soluzione, punto critico: qui sta il busillis.

Chiave di svolta

Strano miscugli tra due modi di dire: la chiave di volta, pietra centrale che chiude un arco e che è fondamentale per la sua stabilità, e punto di svolta, momento topico di una situazione che può improvvisamente prendere una direzione inattesa.

Vizi Coloniali:
--- Probabilmente è vera la tua supposizione. Credo però che in questo errore non sia aliena l'associazione "elemento chiave" (cioè elemento importante) - "elemento di svolta" (elemento che che serve a modificare radicalmente una situazione e, quindi, importante per definizione). ---

Maurizio Codogno:
--- Credo che "chiave di svolta" faccia parte della stessa categoria di "salciccia" per "salsiccia": una lectio facilior con un concetto ("svolta") ben chiaro al parlante a differenza di quello originale (chi è che costruisce più un arco con le pietre, oggidì? non ci sono nemmeno i pezzi di Lego!)
Tra qualche secolo, se l'umanità e la lingua italiana vivranno ancora, "chiave di svolta" sarà la forma ufficiale. ---

Michele:
--- Vorrei aggiungere che, oltre alla storpiatura dell'originale chiave di volta, l'espressione sembra ulteriormente disturbata da una inutile ripetizione dello stesso concetto poiché si può tranquillamente scegliere una di queste espressioni con lo stesso significato:
- Sì, sarà la chiave delle indagini (la chiave che risolve i quesiti posti dalle indagini);
- Sì, darà una svolta alle indagini (portandole ad una risoluzione).
Certo che, volendo fare gli avvocati d'ufficio, si può anche interpretare chiave di svolta come chiave che apre verso una svolta, o qualcosa del genere, ma è un arrampicarsi sugli specchi. ---

Distinguere il grano dall'olio

Significa separare il buono dal cattivo. Il detto corretto è "distinguere il grano dal loglio", dove il loglio è la zizzania.

È l'ora che volge al desìo

Verso del Purgatorio di Dante che praticamente sempre viene citato in modo sbagliato. La versione originale è la seguente: "Era già l'ora che volge il disìo ai navicanti, / e 'ntenerisce il core". Per una trattazione più completa dell'errore di dire rimandiamo alla rubrica il Fabbri citante.

È più facile che un cammello entri per la cruna di un ago che un ricco nel Regno di Dio.

La frase è riportata nei Vangeli di Matteo 19, 24 e Luca 18, 25 e non sembra avere molto senso, infatti pare trattarsi di un errore di traduzione dal greco al latino che risale ai tempi di San Gerolamo. La parola greca per cammello è "kamelos", mentre "kamilos" significa gomena, quindi la frase corretta sarebbe " È più facile che una gomena entri per la cruna di un ago...". Se ciò fosse vero, cercare di fare passare una grossa corda per la cruna di un ago avrebbe un significato, mentre tentare di fare passare un cammello per una cruna sembra davvero un inutile passatempo. La spiegazione dell'errore in fase di traduzione non è accettata unanimamente, e alcuni studiosi ritengono che la frase fosse stata pronunciata come è riportata nei vangeli.
Tra l'altro, Dario Fo ritiene che sia in quell'occasione che è nato il cavallo.

Ci scrive Giovanni Fracasso.
--- [...] pensa che, nella frenesia giustificativo-esegetica-etimo-archeologica di cui la Chiesa è spesso capace, c'è stato chi, per spiegare il nonsense in questione, ha supposto l'esistenza a Gerusalemme di una porta di ingresso molto stretta, una specie di pusterla, che a causa delle sue dimensioni, veniva detta "la cruna dell'ago". Si tratta invece quasi certamente di un caso di polisemia, in quanto la parola aramaica "gamal" possiede entrambi i significati (cammello e gomena), oppure di un banale errore ortografico, come riportato nella puntata [...] della Rubrica. ---

Ci scrive un lettore.
--- Sul cammello e la cruna dell'ago. È molto, molto improbabile che si tratti semplicemente di un errore di traduzione: nessun manoscritto greco riporta la variante kamilos. E di manoscritti greci ne abbiamo tanti, anche indipendenti da S. Gerolamo. È più probabile che si tratti semplicemente di un'espressione paradossale. Indica un qualcosa di impossibile, come è impossibile far passare un cammello (uno degli animali più grandi che si vedessero in giro all'epoca di Gesù... e anche con la gobba che "tocca" in alto!) attraverso l'apertura più piccola che si potesse immaginare all'epoca di Gesù. Come se dicessimo oggi: "un elefante attraverso la cruna di un ago"; sarebbe un'espressione comprensibile e paradossale! ---

Fare la cresta

L' espressione originale era fare l'agresto, e indicava l'uva non matura (agra) che veniva rubata dai contadini al padrone nel periodo prima della vendemmia, con questa facevano un vino agro, denominato appunto agresto, che veniva usato come condimento.

Giù di corda

Significa stanco, debilitato, depresso nel fisico e nello spirito.
Il detto deriva dall'espressione "sùrsum corda", presente nella prefazio della messa latina, col significato di "in alto i cuori", esortazione a essere felici e a esultare. Per contrasto quando si è abbattuti e tristi il cuore è in "basso", anche se non è stata tramandata la corrispondente frase latina. Il passaggio dalla frase latina al detto italiano è avvenuto traducendone solo una parte, ottenendo così un incomprensibile "giù di corda".
Un'altra spiegazione del detto è relativa alla corda, o alla catena, che serve a caricare gli orologi a contrappeso. Quando il contrappeso è in basso (e con esso la corda), l'orologio è scarico. Se questa seconda spiegazione fosse corretta il detto non sarebbe un errore, noi nel dubbio lo manteniamo nell'elenco.

Lira di Dio o, meglio, la lira di Dio

Il detto corretto è l'ira di Dio, inteso come castigo divino.
Essere un'ira di Dio: (figurato) si dice di persona o cosa terribile e molesta.
Fare un'ira di Dio: (figurato) fare un'enorme confusione, un caos.

Non ti curar di lor, ma guarda e passa

Citazione errata dalla Divina Commedia, anche nella versione "Non parliam di lor, ma guarda e passa", e diventata oramai luogo comune. La versione corretta è "Non ragioniam di lor ma guarda e passa".
Ha assunto il significato di non perdere tempo con persone per le quali non vale nemmeno la pena di spendere parole di biasimo.

Piangere come un vitello (tagliato)

Significa piangere a dirotto, in modo irrefrenabile.
Questo modo di dire è una deformazione della locuzione piangere come una vite tagliata. A seguito della potatura dai tralci recisi fuoriesce in gocce la linfa trasparente, dando l'impressione che la pianta lacrimi.

Piantare in asso

La locuzione esatta è "piantare in Nasso".
Essa deriva dalla storia mitologica in cui Teseo, dopo aver ucciso il Minotauro grazie all'aiuto della sorellastra del mostro, la bella principessa Ariadne, piantò la fanciulla innamorata, mentre questa dormiva, sull'isola di Nasso. Da ciò il detto "piantare in Nasso" divenuto poi "piantare in asso".
Il significato è: abbandonare, fuggire da qualcuno.

Serrare le fila

Significa accorciare la distanza tra un individuo e l'altro, oppure, con senso figurato, unirsi nello sforzo di un'azione comune.
Consideriamo il detto sbagliato, poiché il plurale di fila, inteso come serie di persone allineate, è file.

 

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio 2015.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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