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Il paese ritrovato

Capitolo secondo

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Anche se gli amici più cari e i colleghi di Corso Vinzaglio che gli erano più vicini glielo avevano detto spesso, il commissario Marcon da quell'orecchio non voleva proprio sentirci. Il sole torinese di fine aprile era già caldo e deciso, ma il commissario non rinunciava al trench e al cappellaccio di feltro che gli davano il giusto look da sbirro americano. Quasi a voler convincere anche gli astanti meno informati sulle abitudini di Marlowe e soci, se ne stava appoggiato allo stipite della porta del negozio addentando un rimasuglio di hot-dog dal quale colavano imbarazzanti grumi di ketchup e maionese.

- Non ci riesci proprio ad essere puntuale, tu, vero? - ringhiò a Carlo quando questi finalmente arrivò - credi che possa aspettare per ore intere i tuoi comodi? -
Carlo salutò l'amico con un cenno distratto del capo, mentre i suoi occhi già vagavano all'interno del locale che si intravedeva dietro la mole del poliziotto.
- E tu credi che io mi diverta, a passare i pomeriggi del sabato con uno sbirro antipatico e poco riconoscente come te? Te lo ricordi o no che io non sono uno dei poliziotti della tua squadra, ma solo un povero informatico che ha avuto la sfiga di avere te come compagno di banco al liceo? - superò con un mezzo salto l'amico infagottato nell'impermeabile, e si ritrovò all'interno d'un fatiscente locale pieno di polvere e rotoli di stoffa - Potrei passare i miei week-end in maniera assai più gratificante, te lo ricordi, vero, Marco? Io sto qui solo per farti un piacere. Un piacere non retribuito... a voi poliziotti pagano lo straordinario, quando lavorate di sabato e domenica? -

Alla faccia dei colleghi della scientifica, il commissario Marcon gettò con disprezzo a terra il fazzoletto di carta unto che gli era servito per sbarazzarsi delle ultime briciole di panino.
- Come no. Straordinari, ferie e permessi extra, persino qualche buono mensa in più, se lavoriamo nei fine settimana. Perché i delinquenti ammazzano solo nei giorni feriali, e quindi è ovvio che di sabato e domenica fanno casino solo i malati di mente... non farmi incavolare, Carlo, sennò una sera ti costringo a sorbirti tutte le mie rimostranze sindacali. Piuttosto, trattali bene, quei rotoli... vabbè che la scientifica è gia passata e che il vecchio lo hanno ammazzato da un'altra parte, ma un minimo di riguardo, che cavolo! -

Carlo riassestò sugli scaffali i rotoli polverosi che aveva smosso. Panno marrone e lino giallastro, anchina turchese e satin rosso... persino qualche piccolo scampolo di seta a colori stampati e un raro pezzo di cambrì d'un delicato verde acqua. - È il magazzino della vittima, questo? -sospirò Carlo, mentre con gli occhi risaliva a contare anche le ragnatele sulle pareti.
- Magazzino? Sì, magari... No, caro il mio detective da cervello elettronico. Questo non è il magazzino, questo è proprio il negozio. Negozio e abitazione, a dire il vero, il vecchietto dormiva nel retro. Se pensi che questa stanza sia una schifezza, dovresti davvero venire a vederlo, il retrobottega... -

Chiedendo a sé stesso quale fosse la ragione per cui stava impolverandosi e respirando odore di muffa invece che riempirsi gli occhi dell'arancione del bikini che solo un'ora prima era finito sotto il divano del salotto, Carlo camminò piano dietro il commissario. Entrarono in una stanza di forse tre metri per tre, con muri scrostati e tracce di muffa. Il calendario di Frate Indovino appeso alla parete era del 1982, e serviva solo a coprire una macchia che ormai non si sarebbe neppure notata, in mezzo alle altre, forse più recenti. Scostando con un solo dito il lunario, Carlo spaventò una famiglia di scarafaggi che schizzarono velocemente in basso, verso il battiscopa.
- No, dai, Marco... lo sai che ti aiuto sempre volentieri, quando posso. Ma ricorda che l'unica cosa di cui sono un po' esperto sono le banche dati e i calcolatori... posso anche giocare a fare il detective in rete, quando mi va, ma qui a che ti serve uno come me? Questo povero disgraziato di vecchietto lo avranno ammazzato per venti euro di pensione, io come posso aiutarti? Forse non lo hanno neppure ammazzato, forse è solo morto di stenti... a che ti serve un web-detective, in questa storia?-

- E che vuoi che ne sappia, se può o no servirmi un web-detective? - per rinfrescare l'immagine di sbirro americano, il commissario Marcon si accese un grosso e puzzolentissimo sigaro - però ricordati che non l'hanno ammazzato qui. E che qualcosa di strano deve esserci per forza... I due contadini che hanno trovato il corpo nei boschi della collina, dalle parti di Sciolze, ancora devono riprendersi dallo shock... avrei voluto vedere te, al loro posto. Cominciano a scavare un pozzo artesiano per cercare un po' d'acqua per irrigare le patate, e tirano fuori un cadavere vecchio di almeno un mese. Poveri cristi... -
- Sì, ho capito, Marco... ma questo cosa toglie al fatto che resta sempre un delitto del tutto tradizionale, in cui io non posso davvero esserti d'aiuto? -
- Beh- Marcon sbuffò fuori il fumo del sigaro verso l'alto - Forse davvero non potrai aiutarmi. Però ecco... se proprio hai bisogno di un po' di maledetto hi-tech, per sentirti invogliato... il vecchio è morto strangolato, lo sai? E lo hanno strangolato dopo con una "corda" formata da tre mouse intrecciati fra loro. E' abbastanza hi-tech, per i tuoi gusti, l'arma del delitto? -

 

Capitolo terzo

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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