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Il paese ritrovato

Capitolo sedicesimo

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Non ci fu tempo per altre domande. Alla porta c'era già Cociglio, ansante, aveva fatto le scale di corsa e il basco d'ordinanza gli si muoveva nervosamente tra le mani. Il punto interrogativo sulla faccia di Marcon era chiaramente visibile, così il poliziotto decise di tagliare corto e semplicemente sputare velocemente le ultime notizie.
- Ne abbiamo trovato un altro, Commissario. Dalla corporatura e quel che è rimasto dei vestiti si direbbe si tratti del Pieri, almeno così dicono quelli che hanno cercato di seguirlo ieri sera. Sono venuto direttamente, ero già per strada per venire ad arrestare la signora.
I l gesto di Cociglio verso Orsolina era significativo, ma Marcon decise di ignorarlo. Anche Fabrizio. Come aveva potuto lasciarlo andare, come. Voleva salvare Carlo, era convinto che fosse in pericolo, avrebbe dovuto dargli retta, e soprattutto non avrebbe dovuto lasciarlo andare da solo.
Marcon decise che non c'era più niente che potesse fare per Orsolina, e si rese anche conto che non ne avrebbe ricavato molto. Si lasciò cadere su una sedia e cercò di pensare.

- Procedi, Cociglio. Portala in Centrale e fai tutto quello che deve essere fatto, ma non farla interrogare da nessuno, non ancora. E chiamami non appena ci dicono qualcosa da Telecom sulle chiamate di ieri sera.
Si aspettava quasi di ascoltare il collega leggere i diritti alla donna, tanto la storia gli sembrava irreale, come in un film americano di serie B. Ma forse no, forse si trattava di un romanzo poliziesco, uno di quelli in cui tutti i pezzi vanno a congiungersi solo quando si sta per scrivere la parola "fine". Eppure non stava seguendo le regole, non funzionava. Già due protagonisti, di cui uno fondamentale come Carlo, morti. Sciarade mistiche che non portavano a nulla, topi che divoravano teste, si aspettava da un momento all'altro di trovare indizi criptati in poesie, un ascreo o una pastorale. Per il momento non coincideva niente, nemmeno la sua giacca appoggiata allo schienale dell'altra sedia. Come mai aveva preso la carmagnola, oggi? Dov'era finito il suo trench?
Fabrizio, morto. Un altro uomo sulla sua coscienza, e probabilmente Orsolina sarebbe stata la prossima, se non l'avessero arrestata. Ma ora sarebbe stata al sicuro, e malgrado tutto il pensiero lo fece sentire un po' meglio. Riprese il controllo della situazione, si guardò intorno alla ricerca di eventuali idee.

- Orsolina, è quello il computer di Carlo?
Forse c'era qualcosa da trovare, lì dentro. Magari l'aveva usato anche lei, in qualche modo...
Orsolina non era più in grado di dire o fare niente, tremava sulle gambe e stava silenziosamente singhiozzando mentre il poliziotto le metteva le manette. Annuì debolmente, senza guardare, e precedette Cociglio verso la porta.
- Io resto qui per un po', fammi raggiungere da un esperto informatico, trova il migliore che abbiamo... - (la gola gli si stringeva, perché il miglior esperto informatico che avesse mai avuto era proprio Carlo) - ...e dove l'hanno trovato, il Pieri? Stesso posto? La scientifica è già lì? Che non tocchino niente! Voglio vedere io se c'è qualche indizio, anche minimo.

Cociglio si sentì meglio, il suo capo sembrava riprendersi e fare le domande giuste. Lo aveva trovato con quella donna, sudato e sconvolto e non sapeva bene che cosa pensare, ma ora lo riconosceva, e si rendeva conto di non volerlo lasciare da solo e di avere molto di più da raccontargli. Nel frattempo il suo collega l'aveva raggiunto, e con un cenno gli fece capire di prendere la donna e portarla in macchina.
- C'erano un sacco di indizi questa volta, capo. Credo che abbiano lasciato perdere ogni cautela, siamo vicini a prendere qualcuno, oltre alla bella signora... - (e ancora un cenno verso la porta, ormai chiusa dietro Orsolina e l'agente) - hanno trovato anche un toscano in una tasca del morto, e quell'istrione, il finto Fabrizio Pieri, era stato visto fumare toscani. Forse il nostro amico è riuscito a procurarci delle impronte, finalmente. Tra l'altro la zona è per qualche motivo circondata da cavalli di Frisia, per cui speriamo che ci sia rimasto qualche pezzo di vestito o altro...

Marcon era stanco, ma cominciava a vedere la luce in fondo al tunnel. Armeggiava per accendere il PC di Carlo, e annuiva alle dichiarazioni del collega. La brava Orsolina, da perfetta mogliettina, aveva cucito mesi fa una copertura in pelle, color rosso marocchino per il PC, e lui l'aveva buttata a lato senza farci caso, ma ora pareva che nella parte di sotto ci fosse appiccicato qualcosa.
Marcon finalmente sorrise.
- Cociglio, ce l'hai una spagnoletta?
Il poliziotto rise tra se, il suo capo usava sempre queste parole antiquate per tutto, ma una sigaretta gliela poteva pure offrire. E poi adesso forse avevano in mano qualcosa.

 

Capitolo diciassettesimo

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